Fortunatamente questo pregiudizio o falso pensiero sta lentamente scomparendo, anche se esiste ancora una forte resistenza da parte di alcuni odontoiatri e colleghi odontotecnici , ma questo dipende molto dalla scarsa conoscenza dei materiali termoplastici ed una insufficiente divulgazione scientifica delle protesi flessibili.
È importante sottolineare una cosa , il termine flessibile non è da confondere con il termine soffice, morbido o tenero, perché non c’è nulla di soffice nelle protesi termoplastiche, le protesi flessibili sono elastiche ma non hanno una consistenza morbida perché al tatto la struttura protesica è di una certa durezza e compattezza e purtroppo molto spesso succede che parlando con i clinici o colleghi odontotecnici, confondono una protesi flessibile con un manufatto che una volta inserito nel cavo orale possa flettere sino a deformare la struttura primaria da non sopportare il carico masticatorio. Tutto questo non è vero , le protesi sono robuste e sono paragonabili a quelle rigide.
L’innovazione della protesi flessibile risale alla fine degli anni 50, quando si scoprì la grande duttilità della plastica, a quell’epoca l’azienda americana VALPLAST aveva intuito di utilizzare la plastica anche per le protesi dentarie e così fece diventando una delle aziende leader del settore.
Nel corso degli anni le aziende del settore dentale hanno provato a commercializzare tale prodotto in Italia ma con scarso successo, ora a distanza di molti anni il mercato ci riprova, l’evoluzione delle materie termoplastiche ha spinto molte aziende a scommettere in questo settore e da qualche anno abbiamo visto un moltiplicarsi di prodotti e aziende che stanno investendo in questa tecnica e finalmente c’è anche una risposta positiva da parte degli odontoiatri ma soprattutto dagli odontotecnici che credono in questo sistema e nei materiali termoplastici.
“acrilico con 0,3% di monomero” poliammide “nylon”


Ora la richiesta di protesi flessibile da parte degli odontoiatri sta crescendo, grazie ad una più completa informazione che il tecnico sa dare al clinico e ad una maggiore consapevolezza dei pregi e dei difetti di questa protesi. È importante essere chiari ed onesti nel proporre tale manufatto protesico, sia nei confronti del medico che dei pazienti per le difficoltà che si possono incontrare nel futuro, dato che il medico non è in grado di intervenire direttamente per ricondizionare in studio la protesi come succede con la resina tradizionale , e che i costi degli interventi di laboratorio sono leggermente più alti delle tradizionali protesi acriliche .
La risposta più incoraggiante viene direttamente dai pazienti, perché accettano molto più volentieri protesi esteticamente più gradevoli grazie all’assenza di ganci metallici è più confortevoli dovuta alla loro elasticità, questi due fattori, non del tutto trascurabili , sono un enorme incentivo per accettare la protesi, poiché i pazienti non si sentono a disagio nel rapportarsi con gli altri, poi come tutte le protesi muco sostenute si comportano come le protesi tradizionali, a volte anche meglio dato che la loro flessibilità fa si che si adattino perfettamente alla mucosa, sfruttando al meglio i sottosquadra e rendendo più stabile la protesi, un ulteriore vantaggio dei ganci in plastica è la conservazione e protezione del parodonto, questo grazie ad una progettazione diversa dei ganci ,che al contrario dei ganci tradizionali in metallo provocano danni ben visibili ai denti pilastro.
Paziente senza protesi Protesi in Poliammide “nylon”


La protesi flessibile fondamentalmente è indistruttibile, anche se come tutti gli altri manufatti protesici va manipolata con una certa cura, in fin dei conti si tratta di una protesi che va inserita nel cavo orale, pertanto va rispettata , pulita e va tenuta al riparo da eventuali fonti di pericolo. Nel pulirla spesso accade che l’utilizzatore gli sfugga di mano e possa cadere , in questo caso possiamo rassicurare il paziente che la protesi in plastica non si rompe, i ganci non si spezzano e non si modificano.
La struttura della protesi in plastica non si altera nel tempo e se i ganci dopo un certo periodo dovessero perdere un pò della loro ritenzione, in alcuni casi e questo dipende dal tipo di materiale si possono attivare. Esistono dei compound ovvero delle miscele di poliammide ed additivi che mescolati tra di loro si trasformano in plastiche che possono essere manipolate e modificate attraverso le mani esperte di un odontotecnico specializzato. È importante sottolineare una cosa fondamentale i denti in resina non legano chimicamente con la plastica, pertanto tutti i denti preformati di tutte le marche conosciute sul mercato vengono modificati creando un legame meccanico ed esso consiste nel creare un foro o una cavità sotto il dente ed un foro che attraversa la parete mesiale a quella distale, in modo che il materiale riempia le cavità e trattenga il dente in modo esclusivamente meccanico. Dato che la plastica non si attacca alla resina può succedere che alcuni liquidi come il caffè, coca cola, o cibi come la liquirizia o la cioccolata si insinuino tra le micro fessure e possano macchiare la protesi tra le finte papille e rendere sgradevole l’estetica della protesi, esistono dei sigillanti che evitano tale evento, mantenendo la protesi più pulita e gradevole.
La ricerca e la tecnologia viene sempre in aiuto alle esigenze del mercato e questo settore sta attraversando un momento di grande evoluzione, sono certo che a breve altri materiali termoplastici verranno introdotti nel nostro settore per migliorare la produzione e superare alcuni disagi che noi tecnici del settore incontriamo nelle fasi successive alla costruzione della protesi, ad esempio alla ribasatura , all’aggiunta di elementi e di conseguenza l’aggiunta di ganci.
Le protesi muco sostenute in poliammide, polipropilene , polivinilidenfluoruro, ecc ecc, sono protesi che possono garantire una durata illimitata nel tempo, sostenere tutto il carico masticatorio di qualsiasi paziente, ovviamente l’utilizzo costante di un manufatto protesico va incontro ad usura , ma in questo caso l’usura più evidente la si riscontra sulle superfici dei denti in resina mentre per la struttura della protesi si evidenzia una perdita di brillantezza, diventa un pò opaca a causa della saliva e dal tartaro che si può formare . Tutto ciò e abbastanza normale, ma questo succede anche con le protesi in resina dove purtroppo abbiamo anche la formazione di cariche batteriche importanti dovuto al fatto che la resina spesso e volentieri e porosa e nelle micro cavità si depositano colonie intere di batteri che non sono certo salubri per il paziente, questo fortunatamente non accade con le protesi in nylon proprio per il tipo di materiale e di come viene lavorato.
Tutte le materie termoplastiche in uso odontoiatrico vengono pressofuse ad una temperatura non inferiore ai 220 gradi, vengono iniettate con una pressione di 5-6 BAR da speciali macchine che ne controllano temperatura, tempi e pressione.
La qualità del lavoro dipende dal protocollo di lavoro di ogni singolo materiale che viene utilizzato ed è evidente che se tutto viene rispettato l’esito finale sarà un ottimo manufatto protesico.
Per concludere questa introduzione alla protesi flessibile è importante sottolineare una cosa , le protesi in materiale termoplastico qualunque esse siano si possono utilizzare sia come protesi provvisorie che per protesi definitive , dipende solo dal tipo di materiale che volete utilizzare e dal caso clinico che l’odontoiatra vi sottopone , questo naturalmente si apprende con l’esperienza e dal sistema che si vuole utilizzare , il mercato oggi offre un ampia scelta di macchine e prodotti , basta informarsi da chi ha già un ampia esperienza in materia.