Un nuovo studio condotto da ricercatori dell’Università svedese ha scoperto che la perdita dei denti e malattie delle gengive possono aumentare il rischio di malattie cardiache e diabete. Oggi la parodontite è considerata come la risultante di una complessa interazione fra infezione batterica e risposta individuale che spesso risulta modificata da fattori comportamentali. La gengivite, ovvero l’infiammazione localizzata o generalizzata della gengiva, è legata con un rapporto di causa-effetto alla presenza di placca batterica e tartaro. La gengivite protratta nel tempo determina la parodontite che è la perdita di attacco del legame parodontale e perdita del supporto osseo. Una misurazione clinica standard della parodontite, a parte il sanguinamento gengivale e l’accertamento radiografico della perdita ossea, si effettua con il sondaggio della profondità delle tasche parodontali.
ETA’ L’età è fattore di rischio nell’avanzamento della parodontite solo in una ristretta percentuale di soggetti suscettibile alla malattia. L’ipotesi attuale è che la distruzione parodontale nell’anziano rifletta l’accumulo di tutta una vita piuttosto che una condizione tipica di una determinata età.
GENERE Sembra che il genere maschile sia più esposto alla parodontite rispetto a quello femminile più per motivi di scarsa igiene orale che per fattori genetici. Naturalmente ci sono sindromi temporanee legate al genere quali, nella donna, la gengivite gravidica.
FATTORI DI RISCHIO Dati clinici di studi svedesi hanno portato a conclusione che la perdita di attacco in adulti predisposti può essere quasi completamente arrestata quando viene fatto un meticoloso controllo domiciliare della placca batterica, contestualmente a sedute d’igiene professionale 3, 6 volte l’anno, attraverso detartrasi sopra e sotto gengivale e/o levigatura delle radici.
INFLUENZA GENETICA Differenti studi suggeriscono un’influenza genetica in ogni tipo di parodontopatie, trasmessa secondo le leggi dell’ereditarietà mendeliana, probabilmente attraverso la modalità cromosomica dominante.
TABACCO Già dagli anni settanta numerosi studi americani hanno dimostrato una chiara correlazione fra fumo e malattia parodontale.Oggi si sa che il fumo provoca una diminuzione od addirittura soppressione della reazione vascolare che segue alla gengivite; ciò sembra dovuto all’azione vasocostrittrice di sostanze in essa contenute (nicotina, monossido di carbonio, cianuro di idrogeno).
DIABETE Il diabete mellito è fattore di rischio per le parodontopatie e vi sono pure prove che la salute parodontale possa influire sul controllo diabetico. Oggi si è potuto inoltre constatare che i pazienti affetti da parodontopatite non sottoposti a terapia hanno maggiore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e malattie metaboliche. Si è infatti evidenziato che il rischio di malattia coronaria aumenta del 25% in pazienti con parodontopatia, a causa della presenza di batteri Gram negativi che producono sostanze in grado di generare danno arteriosclerotico a carico delle arterie e in special modo delle coronarie.
PARTO E’ appurato che le donne affette da parodontopatia hanno un rischio sette volte superiore di incorrere in un parto prematuro.
CONCLUSIONI Alla luce di quanto esposto, si evince che la diagnosi e la terapia precoce delle parodontopatie svolgono un ruolo assolutamente essenziale per la salvaguardia dello stato di salute generale e per la prevenzione di gravi malattie sistemiche(cardiopatie,infarti cardiaci,embolie,infarti cerebrali,diabete,parti prematuri).